Parole senza dimora

Glossario della homelessness in Italia

 

Parole “Senza Dimora”

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A

Abitazione
Locale (o un insieme di locali) destinato stabilmente ad uso abitativo; separato (cioè circondato da pareti e coperto da un tetto); indipendente (cioè dotato di almeno un accesso indipendente dall’esterno o da spazi di disimpegno comune – strada, cortile,scale, pianerottoli, ballatoi, terrazze eccetera – ovvero un accesso che non comporti il passaggio attraverso altre abitazioni); inserito in un edificio (o che costituisca esso stesso un edificio).

Alloggio assistito
o alloggio supportato,  sono un tipo di soluzione alloggiativa in cui le persone abitano un appartamento o altro tipo di dimora autonoma e sono regolari affittuari. Le persone ricevono supporto e assistenza dall’esterno secondo i bisogni personali, così come avviene in servizi Housing First e Housing led. In una tipologia di soluzioni abitative ricostruita da Tim Aubry (2016), l’housing supportato è un incoraggiante approccio Housing First per persone con gravi e persistenti disturbi mentali ed è considerato un approccio promettente proprio perché basato sulla deistituzionalizzazione.

Alloggio dignitoso
Un alloggio adeguato, accessibile e salubre ovvero che disponga di acqua potabile pulita e di alta qualità, servizi igienico-sanitari adeguati ed equi, il collegamento alla rete fognaria e idrica, un ambiente interno di qualità elevata e a un'energia a prezzi accessibili, affidabile, sostenibile. L'accesso a un alloggio adeguato costituisce un diritto fondamentale, deve essere considerato una condizione preliminare per l'esercizio di altri diritti fondamentali, e per l'accesso a questi ultimi, nonché per una vita in condizioni rispettose della dignità umana. (Risoluzione del Parlamento Europeo sull'accesso a un alloggio dignitoso e a prezzi abbordabili per tutti (2019/2187(INI))

Alloggio supportato
o alloggio assistito,  sono un tipo di soluzione alloggiativa in cui le persone abitano un appartamento o altro tipo di dimora autonoma e sono regolari affittuari. Le persone ricevono supporto e assistenza dall’esterno secondo i bisogni personali, così come avviene in servizi Housing First e Housing led. In una tipologia di soluzioni abitative ricostruita da Tim Aubry (2016), l’housing supportato è un incoraggiante approccio Housing First per persone con gravi e persistenti disturbi mentali ed è considerato un approccio promettente proprio perché basato sulla deistituzionalizzazione.

Altro tipo di alloggio
Alloggio che non rientra nella definizione di abitazione (perché mobile, semi-permanente o improvvisato), occupato da una o più persone come dimora abituale o temporanea alla data del censimento (come, ad esempio, roulotte-caravan, tenda, camper, baracca, capanna, grotta, garage, cantina, stalla eccetera). In questa categoria rientrano anche gli alloggi presso sede diplomatica o consolare, ovvero alloggi situati in territorio estero (Glossario Istat, Sezione Censimenti

Anziani senza dimora
Persone senza dimora con più di 65 anni che si trovano a vivere in strada o in dormitori dai quali devono uscire per raggiunti limiti di età. Per questa fascia di popolazione sono da preferirsi forme abitative più stabili e assistite: dalle Residenze sanitarie assistite a forme più leggere come gruppi appartamento, comunità alloggio e case famiglia.  (Linee di Indirizzo - MLPS 2015)

B

Barbonismo domestico
O grave emarginazione domestica. Il fenomeno del “barbonismo domestico” riguarda persone adulte o anziane, sole, in coppia o “in coabitazione con altre persone”, con problematiche psico-sociali, e un evidente disconoscimento di ciò che è prioritario per la tutela e la cura del proprio benessere psico-fisico: -I barboni domestici sono individui che generalmente costruiscono scarse o nulle relazioni significative, in seguito a perdite e/o rotture familiari o ad autoisolamento; -Il fenomeno è correlato in prevalenza a cattive condizioni igienico-sanitarie e socio-ambientali, frequentemente accompagnate da accumulo di oggetti di ogni genere, con tratti comportamentali compulsivi e ossessivi non sempre diagnosticati. Il fenomeno non è necessariamente associato a difficoltà economiche e prevalentemente le persone in stato di barbonismo domestico vivono in condizioni di stabilità abitativa. Generalmente dispongono di redditi corrispondenti al ceto medio, frequentemente mal gestiti e squalificati nel loro valore. Si tratta di persone perlopiù non note alla rete dei servizi socio-sanitari o, seppur prese in carico in passato da servizi sanitari (es.DSM, SerT, ecc.), non più agganciati ad essi. (Di Censi 2016).

C

Co-abitazione
La Coabitazione rimanda alla condizione in cui persone non appartenenti allo stesso nucleo familiare condividono spazi domestici e vivono «dietro la stessa porta». Si condivide l’abitazione quando si hanno necessità di ridurre i costi del mantenimento dell’alloggio. La coabitazione è oggi  un ingrediente ormai insito in numerose progettazioni sociali e in molti servizi di welfare. Esistono programmi di coabitazione organizzata da terzi che si distinguono in programmi in cui i coabitanti scelgono di convivere e quelli che coinvolgono persone che si trovano a dover convivere per aver accesso a servizi di base, primo fra tutti, l’abitazione. Tra i primi rientrano i  programmi di homesharing o reciprocal housing che si propongono di sostenere forme di mutuo aiuto attraverso la coabitazione (studenti-anziani; donne; . Tra i secondi rientrano i numerosi programmi di housing led che raggruppano persone che condividono le medesime problematiche (padri separati; anziani soli; persone senza dimora; neomaggiorenni in uscita da comunità residenziali). (Costa, 2016a)

Co-housing
Il co-housing è una aggregazione di alloggi mono-familiari di dimensioni limitate rispetto alla media, che prevede spazi comuni accessibili agli abitanti. Di solito è prevista una configurazione degli spazi tale da consentire  una integrazione tra luoghi privati e spazi comuni (come giardini, orti, cucine attrezzate) affidate alla gestione della comunità con la finalità di promuovere le interazioni sociali consolidando le reti di prossimità (Lumino, 2015). Il co-housing può intercettare i bisogni delle fasce deboli della popolazione coniugando la sostenibilità economica e ambientale con il social care. L’invecchiamento attivo è tra gli obiettivi principali di questa pratica abitativa. (Costa, 2016a)

Co-residenza
Rimanda alla condizione in cui sono presenti singoli o nuclei familiari che mantengono spazi domestici privati (una propria unità abitativa) e hanno però servizi comuni   ( Costa, 2016a) (voci correlate co-housing)

Comunità semiresidenziali o residenziali
Sono un tipo di accoglienza prolungata in strutture. E’ un'accoglienza basata sulla vita comunitaria al fine di promuovere contesti relazionali e capacitanti all’interno dei quali è previsto un presidio leggero attraverso operatori dotati di competenze specifiche. Secondo una tipologia ricostruita dal prof. Tim Aubry (2016), le “case condivise con presidio” sono case di gruppo o gruppi appartamento con spazi condivisi,  aree comuni e personale in loco che fornisce, ove necessario, servizi di riabilitazione, accompagnamento e supporto.

Convivenza anagrafica
Si intende un insieme di persone che, senza essere legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità e simili, conducono vita in comune per motivi religiosi, di cura, di assistenza, militari, di pena e simili. [...] I principali tipi di convivenza sono: istituti d’istruzione, istituti assistenziali, istituti di cura pubblici e privati, istituti penitenziari, convivenze ecclesiastiche, convivenze militari e di altri corpi accasermati, alberghi, pensioni, locande e simili, navi mercantili, altre convivenze (ad esempio, case dello studente, dormitori per lavoratori eccetera). (Fonte: Istat, Censimento permanente della popolazione, 15 dicembre 2021) . La convivenza anagrafica è regolata dall'art. 5 del D.P.R. 30 maggio 1989 n. 223 e per risultare anagraficamente esistente, deve essere istituita utilizzando l'apposita modulistica. Per le persone che stabiliscono la propria residenza in una convivenza, le richieste di iscrizione anagrafica con provenienza da un altro Comune o dall’estero o le variazioni di indirizzo all’interno dello stesso Comune, dovranno essere rese dal responsabile della convivenza utilizzando la modulistica specifica: richiesta istituzione nuova convivenza; dichiarazione di residenza resa dal responsabile convivenza.

D

Distribuzione abiti
Strutture che distribuiscono gratuitamente vestiario e calzature.

Distribuzione medicinali
Strutture che distribuiscono gratuitamente farmaci (con o senza ricetta).

Distribuzione pacchi alimentari
Strutture che distribuiscono gratuitamente il sostegno alimentare sotto forma di pacco viveri e non sotto forma di pasto da consumare sul posto.

Donne senza dimora
Donne che vivono in strada, in dormitori o in centri di accoglienza per donne. Il fenomeno delle donne senza dimora tende ad essere sottostimato in quanto spesso le donne rientrano nella definizione di homelessness nascosta. I motivi che spingono le giovani verso una condizione di senza dimora vi sono la rottura delle relazioni con la famiglia di origine, problemi di dipendenze, abusi famigliari e problematiche legate alla salute mentale. Le donne più adulte spesso diventano senza dimora per la rottura del legame con la famiglia acquisita, con una precarietà lavorativa e fragilità delle competenze spendibili nel mondo del lavoro, per espulsione dal proprio contesto familiare da parte dei mariti o da figli. Molto frequenti sono le donne vittime di violenza domestica che fuggono dal proprio contesto senza incontrare una valida alternativa. Per le donne la vita “in strada” risulta drammatica per problemi legati alla sicurezza ed incolumità, alle difficoltà igienico-sanitarie specifiche della fisiologia delle donne, per gli aspetti di stigmatizzazione particolarmente rilevanti per le donne madri. (Linee di Indirizzo - MLPS 2015) (voci correlate: Homelessness nascosta)

Dormitorio
E' un tipo di accoglienza notturna (insieme alle comunità e agli alloggi) rivolti alle persone senza dimora. Il dormitorio può essere inteso come soluzione emergenziale e di transito in attesa di reperire una soluzione alloggiativa stabile ed adeguata. Riguardo alla gestione dei dormitori, le Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta raccomandano di evitare la compresenza di un numero eccessivo di persone nella medesima struttura, preferire stanze singole con posti letto dispari, allestire box e armadietti e prevedere periodi di accoglienza congruenti con i necessari percorsi di presa in carico  (Linee di Indirizzo - MLPS 2015).

E

Ethos (European Typology of Homelessness and Housing Exclusion)
Acronimo inglese traducibile con “Tipologia europea sulla condizione di senza dimora e sull’esclusione abitativa”, che rappresenta al momento attuale il punto di riferimento maggiormente condiviso a livello europeo ovvero rimane un quadro completo per esperti e accademici al fine di raccogliere i dati sulla condizione di homelessness e sulle condizioni in cui le persone sono a rischio di essere senza tetto, allo scopo di sviluppare politiche di contrasto e politiche di prevenzione. ETHOS si articola in quattro macro categorie concettuali: senza tetto, senza casa, persone che vivono in sistemazioni insicure, persone che vivono in sistemazione inadeguate) dettagliate poi in 13 categorie operative e relative “condizioni di vita” (living situation) https://www.fiopsd.org/persone-senza-dimora/ethos-it/ (voci correlate: Ethos light)

Ethos Light (European Typology of Homelessness and Housing Exclusion Light)
Acronimo inglese traducibile con “Tipologia europea sulla condizione di senza dimora e sull’esclusione abitativa”, versione light. La versione “light” è intesa come una definizione armonizzata di Senza Dimora a fini statistici.

F

FEANTSA
Federazione Europea delle organizzazioni che lavorano con persone senza dimora (European Federation of National Organisations Working with the Homeless) di cui fanno parte oltre 130 organizzazioni provenienti da 30 Paesi. FEANTSA si occupa di dialogare con le istituzioni europee e i governi nazionali per promuovere lo sviluppo e l’implementazione di politiche di contrasto all’homelessness. Porta avanti attività di studio, ricerca e raccolta dati sul fenomeno dell’homelessness. Facilita lo scambio di informazioni, esperienze e buone pratiche tra i propri membri al fine di migliorare le politiche e gli interventi. Promuove attività e campagne di sensibilizzazione sulla complessità e multidimensionalità dei bisogni delle persone senza dimora. www.feantsa.org

fio.PSD
La Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora è una associazione  che persegue finalità di solidarietà sociale nell’ambito della grave emarginazione adulta, portando avanti azioni di advocacy, promuovendo lo studio e la conoscenza del fenomeno, conducendo attività formative e di supporto all’implementazione delle politiche. La base associativa conta 149 soci, tra enti pubblici e enti del privato sociali (il numero dei soci è in continuo cambiamento). A livello nazionale la fio.PSD è l’unico ente accreditato per la formazione sull’approccio Housing First, fornisce assistenza al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per l’attuazione della programmazione nazionale ed europea in tema di inclusione sociale e lotta alla povertà, e ha partecipato alla realizzazione delle Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta e alle indagini Istat sulle persone senza dimora. A livello europeo, è l’unico ente italiano a far parte del Network FEANTSA in rappresentanza dei propri soci.

G

Giovani senza dimora o in grave deprivazione abitativa
Persone tra i 18 e i 25 anni  (18-34 anni secondo le indagini Istat) senza tetto, senza casa o che vivono in condizioni insicure o inadeguate, senza un genitore o un membro della propria famiglia o altri tutori legali, in accordo con la tipologia ETHOS. La classificazione ETHOS prevede alcune specifiche, soprattutto nella categoria dei “senza casa” individuando in particolare i giovani che, al compimento del 18° anno, non hanno una soluzione abitativa. Si tratta principalmente di giovani provenienti da famiglie in difficoltà che non costituiscono un valido punto di riferimento relazionale e sociale; giovani già conosciuti dai servizi perché provenienti da comunità per minori e appartamenti per giovani appena maggiorenni, per i quali è terminato il periodo di accoglienza o che hanno deciso di lasciare la struttura ospitante; giovani provenienti da situazioni di disagio sociale e non, che hanno intrapreso percorsi di devianza e dipendenza da sostanze e presentano un livello medio di istruzione piuttosto basso, con difficoltà a reperire un impiego utile alla propria indipendenza. Tra le cause specifiche che costituiscono dei rischi per i giovani di cadere le condizioni di senza dimora vi sono la violenza domestica, le rotture familiari, l’uso di sostanze, le problematiche relative al genere/identità sessuale. (Linee di Indirizzo - MLPS 2015)

H

Homelessness nascosta
Il termine si riferisce alle persone che, pur avendo un alloggio, si trovano in situazioni in cui sono esposte a rischi per la loro salute e il loro benessere. Le persone che vivono in situazioni di sovraffollamento molto elevato, in case in condizioni molto precarie o insicure, comprese le persone a rischio di abusi domestici, si trovano in situazioni di homelessness nascosta. La crisi del costo della vita sta aggiungendo un'altra dimensione di homelessness nascosta, ovvero l'alloggio che non è sicuro o inadatto perché non può essere riscaldato in inverno o raffreddato in estate. (Pleace, Snell 2022)

Housing First (HF)
Letteralmente “prima la casa”. I servizi HF sono basati su due principi fondamentali: il rapid re-housing (la casa prima di tutto come diritto umano di base) e il case management (la presa in carico della persona e l’accompagnamento ai servizi verso un percorso di integrazione sociale e benessere). L’HF è un modello di intervento nell’ambito delle politiche per il contrasto alla grave marginalità basato sull’inserimento in appartamenti indipendenti di persone senza dimora con problemi di salute mentale o in situazione di disagio socio-abitativo cronico allo scopo di favorire percorsi di benessere e integrazione sociale. La premessa sostanziale all’avvio di questo tipo di modello di intervento è il riconoscimento della dimora come diritto umano di base Progetti di Housing First sono dunque progetti nei quali l'inserimento abitativo è perentorio e non legato a trattamenti terapeutici o finalità di inserimento lavorativo ma è rivolto a persone gravemente svantaggiate ovvero persone sd croniche con disagi fisici e psichici anche legati ad anni di vita in strada per le quali la casa rappresenta un benessere ontologico primario e un primo passo verso la costruzione di una dimensione di benessere e integrazione sociale. In questi casi spesso l'inserimento lavorativo può non essere previsto perché non ne sussistono le condizioni (salute precaria, disturbi psichici, problemi relazionali, low skills) oppure può essere di tipo light (piccoli lavori e lavoretti) o ancora legati a tirocini o attività di volontariato svolte presso le stesse strutture ospitanti. (Linee di Indirizzo - MLPS 2015; Scheda Housing First, fio.PSD-MLPS 2022)

Housing led (HL)
Letteralmente “abitare guidato/accompagnato”. I servizi HL sono finalizzati sempre all’inserimento abitativo, ma di più bassa intensità, durata e destinati a persone non croniche. Lo scopo è assicurare che venga rispettato il diritto alla casa e l’accesso rapido ad un’abitazione. Per queste persone, ancora di più che nei programmi di housing first, bisogna lavorare sull’incremento del reddito attraverso percorsi di formazione/reinserimento nel mondo del lavoro e sul reperimento di risorse formali e informali sul territorio. L’obiettivo è rendere la persona nel breve periodo in grado di ricollocarsi nel mondo del lavoro e di reperire un alloggio in autonomia. Progetti di HL possono risultare utili con target group non cronici (per es. housing per rifugiati, ex detenuti, nuclei in difficoltà economiche e sociali). , in transito tra situazioni abitative differenti, che vengono prese in carico dai servizi sociali territoriali in un percorso più olistico che prevede, oltre all’inserimento in casa, un accompagnamento ai servizi del lavoro, formazione, servizi educativi per minori eventualmente presenti, consulenze legali etc. (Linee di Indirizzo - MLPS 2015; Scheda Housing Led, fio.PSD-MLPS 2022)

Housing temporaneo (HT)
I servizi di HT consistono in un’ assistenza alloggiativa temporanea ma di ampio respiro, fino a 24 mesi, tendenzialmente in appartamenti raccolti in piccoli gruppi sul territorio, destinati a singoli o piccoli gruppi di individui, ovvero a nuclei familiari in difficoltà estrema che non possono immediatamente accedere all'edilizia residenziale pubblica e che necessitino di una presa in carico continuativa.  L’HT è uno strumento rivolto a persone in condizioni di fragilità, innanzitutto quelle senza dimora, per la realizzazione di un percorso individuale verso l'autonomia. La soluzione alloggiativa, viene affiancata da un progetto individualizzato volto all’attivazione delle risorse del singolo o del nucleo familiare, con l’obiettivo di favorire percorsi di autonomia e rafforzamento delle risorse personali, per agevolare la fuoriuscita dal circuito dell’accoglienza. (Scheda Housing Temporaneo, fio.PSD-MLPS 2022; nel DMLPS 450 del 09/12/2021 relativo al piano operativo della missione 5 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

L

LEPS
Livelli essenziali delle prestazioni sociali: la Legge 8 novembre 2000, n. 328 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali), all’art. 22 individua una serie di ambiti di intervento da riconoscere come livelli essenziali ed erogati sotto forma di beni e servizi: misure di contrasto della povertà e di sostegno al reddito e servizi di accompagnamento, con particolare riferimento alle persone senza fissa dimora; misure economiche per favorire la vita autonoma e la permanenza nel domicilio, intervento di sostegno per i minori, misure per il sostegno delle responsabilità familiari, misure di sostegno alle donne in difficoltà, interventi per la piena integrazione delle persone disabili, interventi per le persone anziane e disabili, prestazioni integrate di tipo socio-educativo per contrastare dipendenze da droghe, alcol e farmaci, iniziative di auto-aiuto. L’art. 117 della Costituzione, come riformata nel 2001, riserva al Governo centrale la definizione dei LEPS da assicurare su tutto il territorio nazionale, demandando alle Regioni la definizione delle modalità di organizzazione dei servizi. La determinazione legislativa e la definizione pratica dei LEPS si sono scontrati con una situazione finanziaria ed un riparto di competenze che hanno a lungo ostacolato la realizzazione. Il Piano Nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001-2003, redatto a norma dell'art. 18 della L. n. 328/2000, dedica il par. 1 della Parte III ai livelli essenziali delle prestazioni sociali e le relative modalità di finanziamento.
Per lo specifico settore della grave marginalità adulta si prevede: il Pronto intervento sociale (Scheda 3.7.1); Servizi per la residenza fittizia (Scheda 3.7.2) (vedi voci correlate: Pronto Intervento sociale; Servizi per la residenza fittizia) (Piano nazionale degli interventi interventi e dei servizi sociali 2001-2003

LGBTIQ+
Acronimo di origine anglosassone utilizzato per indicare le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender, intersessuali e queer. Con specifico riferimento a persone senza dimora che patiscono discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere il fenomeno è ancora poco studiato poiché Il genere e l’orientamento sessuale sono variabili poco rilevate. Le problematiche specifiche sono collegate alla discriminazione e allo stigma. La disciminazione coinvolge in particolare gli ambiti della sicurezza persona, l’immagine di sé e l’autostima, la rete familiare-affettiva, l'appartenenza alla comunità. (Glossario - UNA STRADA DIVERSA HOMELESSNESS E PERSONE LGBT - Avvocato di Strada;  Linee di Indirizzo  - MLPS 2015)

Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia
Le Linee di indirizzo, che raccolgono le migliori esperienze locali, nazionali ed europee, sono frutto di un lavoro condiviso con i rappresentanti dei diversi livelli di governo e, in particolare, delle città metropolitane, e di un confronto che nasce dal basso, dalle attività dei servizi e dall'animazione dei territori, realizzato con la collaborazione della Fio.PSD - Federazione Italiana degli Organismi per le Persone senza Dimora, nel ruolo di Segreteria Tecnica. Gli indirizzi e gli approcci tracciati nelle Linee (in particolare per l’Housing First), rappresentano un vincolo per tutti gli enti che vogliano realizzare servizi e interventi utilizzando risorse pubbliche legate alle programmazioni nazionali. Sono state approvate in sede di Conferenza unificata del 5 novembre 2015. (Ministero del Lavoro e delle politiche sociale)

M

Mensa
Strutture che gratuitamente distribuiscono pasti da consumarsi nel luogo di erogazione dove l’accesso è sottoposto normalmente a vincoli.

P

Partecipazione
L'azione o il processo di coinvolgimento attivo delle persone in una determinata attività, progetto, decisione o processo decisionale. Con specifico riferimento alle persone senza dimora, la partecipazione si riferisce al coinvolgimento attivo delle persone nelle decisioni che riguardano la loro vita quotidiana e i servizi di cui usufruiscono. Il concetto sottintende il riconoscimento che le persone senza dimora abbiano il diritto di esprimere la propria opinione e orientare il proprio percorso di aiuto e assistenza. (FEANTSA, Participation toolkit, 2013)

Persone in condizione di povertà estrema e senza dimora
Persone in condizione di povertà estrema e senza dimora (destinatarie degli interventi DM 30 dicembre 2021): si intendono le persone che vivono in strada o in sistemazioni di fortuna; ricorrono a dormitori o strutture di accoglienza notturna; sono ospiti di strutture, anche per soggiorni di lunga durata, per persone senza dimora; sono in procinto di uscire da strutture di protezione, cura o detenzione e non dispongono di una soluzione abitativa (Decreto Ministeriale del 30 dicembre 2021, articolo 6 comma 1)

Persone Senza Dimora
Una persona è considerata senza dimora quando versa in uno stato di povertà materiale e immateriale, che è connotato dal forte disagio abitativo, cioè dall’ impossibilità e/o incapacità di provvedere autonomamente al reperimento e al mantenimento di un’abitazione in senso proprio. Facendo riferimento alla tipologia ETHOS (European Typology on Homelessness and Housing Exclusion), così come elaborata dall’Osservatorio europeo sulla homelessness, nella definizione rientrano tutte le persone che: vivono in spazi pubblici (per strada, baracche, macchine abbandonate, roulotte, capannoni); vivono in un dormitorio notturno e/o sono costretti a trascorrere molte ore della giornata in uno spazio pubblico (aperto); vivono in ostelli per persone senza casa/sistemazioni alloggiative temporanee; vivono in alloggi per interventi di supporto sociale specifici (per persone senza dimora singole, coppie e gruppi). (Linee di Indirizzo  - MLPS 2015)

PNRR - Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Il documento strategico del Governo italiano che mira a rilanciare l'economia del Paese dopo la crisi causata dalla pandemia di COVID-19 e a promuovere la sua crescita sostenibile e inclusiva. La Missione 5 del PNRR, "Inclusione e coesione sociale", ha l'obiettivo di promuovere la coesione sociale e l'uguaglianza di opportunità, attraverso una serie di interventi mirati a sostenere le persone più vulnerabili. Nell’ambito della Missione 5 sono stati previsti specifici interventi per le persone senza dimora, al fine di migliorare la loro situazione abitativa e sociale. La linea di investimento 1.3.1 prevede la promozione di 250 interventi di “housing temporaneo”, in Comuni singoli o in associazione che mettono a disposizione appartamenti per singoli, piccoli gruppi o famiglie per un periodo fino a 24 mesi con la parallela attivazione di progetti di supporto personalizzati. La linea di investimento 1.3.2 prevede la costituzione di 250 Centri servizi/Stazioni di posta ovvero strutture volte alla presa in carico integrata delle persone o delle famiglie che si trovano o rischiano di trovarsi in condizioni di grave deprivazione e marginalità. Il Centro servizi offre attività di presidio sociale e sanitario e di accompagnamento per facilitare l’accesso alla intera rete dei servizi, l’orientamento e la presa in carico, al tempo stesso offrendo alcuni servizi essenziali a bassa soglia.  (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; Avvio 1/2022 - DD. del 15 febbraio 2022)

Presa in carico professionale
La funzione esercitata dal servizio sociale professionale in favore di una persona o di un nucleo familiare in risposta a bisogni complessi che richiedono interventi  personalizzati di valutazione, consulenza, orientamento, attivazione di prestazioni sociali, nonché attivazione di interventi in rete con altre risorse e servizi pubblici e privati del territorio. (Linee di Indirizzo  - MLPS 2015; Casellario dell’assistenza Decreto 16 dicembre 2014, n. 206, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze).

Pronto Intervento Sociale
Secondo il comma 4 dell’art. 22 della Legge quadro 328/2000, le regioni devono garantire una serie di prestazioni di sostegno a favore di minori, disabili, anziani, tossicodipendenti e altre categorie vulnerabili, tra cui: il Servizio sociale professionale e Segretariato sociale; Servizio di pronto intervento sociale per situazioni di emergenza personali e familiari; assistenza domiciliare; strutture residenziali e semiresidenziali; centri di accoglienza residenziali o diurni a carattere comunitario. Il Pronto Intervento sociale è ripreso come LEPS nel Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2021-2023.  Viene assicurato 24h/24 per 365 giorni l’anno. Si attiva in caso di emergenze ed urgenze sociali, bisogni non differibili, in forma acuta e grave a contrasto di forme di povertà estrema, rischio per la tutela e l’incolumità psico-fisica della persona,  situazioni di abbandono. Il servizio si rivolge ad una pluralità di target (minori, vittime di violenza, vittime di tratta, persone non autosufficienti, adulti in difficoltà, ecc). (Per approfondire si veda Scheda tecnica 3.7.1 del Piano nazionale 2021-2023)

Q

Quota Povertà Estrema
Finalizzato prioritariamente all’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEPS).

R

Rapid re-housing
Letteralmente “reinserimento abitativo rapido”. Il RRH è un approccio programmatico che mira ad aiutare rapidamente persone e famiglie senza casa a riacquisire la possibilità di entrare in alloggi stabili. Similmente all’HF, il RRH si concentra sulla stabilizzazione delle persone che vivono crisi abitative fornendo forme di assistenza abitativa. La differenza sta nel fatto che il RRH offre soluzioni limitate nel tempo e altamente flessibili per evitare la permanenza in strada. Se l’HF agisce come soluzione alla long term homelessness, ponendo la casa per tutto il tempo necessario come passaggio fondamentale di uscita dalla condizione di senza dimora, il RRH agisce come programma di prevenzione dell’ homelessness ovvero cercando di ridurne impatto e durata e ricollocando gli individui il più rapidamente possibile dopo l’evento “perdita della abitazione” (Byrne et al. 2021)

Residenza fittizia (residenza virtuale)
Se la persona senza dimora non ha un recapito o un vero e proprio domicilio nel Comune sede principale dei propri affari, ma elegge domicilio al solo fine di chiedere ed ottenere l’iscrizione anagrafica, come suo diritto, l’anagrafe istituisce una via fittizia, territorialmente non esistente ma equivalente in valore giuridico. In tale via verranno iscritti con numero progressivo dispari sia i senza tetto, sia i senza dimora. (Avvocato di Strada, Workshop GLN fio.PSD del 30 Novembre 2017 – Modena). La Circolare Istat 29/1992 ha stabilito che ogni Ufficio Anagrafe deve registrare la persona senza tetto o senza dimora nel registro della popolazione residente, istituendo – in caso di assenza di domicilio o residenza – una via fittizia che non esiste dal punto di vista territoriale/toponomastico ma ha equivalente valore giuridico e nelle quale la persona elegge il proprio recapito (Anagrafe della popolazione, legge e regolamento anagrafico, legge 24 dicembre 1954, n. 1228, D.P.R. 30 maggio 1989, n. 223)  (Vademecum per istituire la Via Fittizia, senza residenza ... - fio.PSD)

S

Self-Help Housing
Pratica che prevede la possibilità di reperire nel mercato privato alloggi da ristrutturare coinvolgendo i beneficiari dei programmi nelle ristrutturazioni. Questa pratica produce molti benefici: l’abbattimento dei costi di locazione; la possibilità di incrementare il reddito per le persone inserite e la creazione di cantieri formativi dove le persone vengono reintrodotte al lavoro. (Linee di indirizzo - MLPS 2015).

Senza Fissa dimora
La locuzione “senza fissa dimora” ha una specifica connotazione burocratico-amministrativa e vale a connotare la condizione di una persona che, non potendo dichiarare un domicilio abituale, è priva di iscrizione anagrafica o ne possiede soltanto una fittizia. Sulla base del Regolamento Anagrafico e della Legge anagrafica nazionale n. 1228/1954, una persona senza fissa dimora è una persona che non ha dimora abituale in alcun comune e manca dunque dell’elemento necessario per l'accertamento della residenza  (girovaghi, artisti di imprese spettacoli itineranti, commercianti e artigiani ambulanti, ecc.). In questo caso, il SFD è colui/lei che ha stabilito il proprio domicilio nel Comune di iscrizione anagrafica ovvero, in alternativa, quello di nascita  (articolo 2, comma 3 della legge 24 dicembre 1954, n. 1228).  Il SFD (L. 1228/1954) e la PSD (ETHOS) condividono la mancanza di una residenza e di un domicilio stabili, ma non necessariamente condividono la condizione di deprivazione materiale e immateriale che connota il fenomeno homelessness. (Linee di indirizzo - MLPS 2015; Glossario Istat, Sezione Censimenti).

Senzatetto
Persone che non hanno alcun domicilio, iscritte in anagrafe presso un indirizzo fittizio o presso un indirizzo reale facente capo ad un’associazione o comunque utilizzato dal Comune per l’iscrizione in anagrafe delle persone senza tetto e senza fissa dimora. (Glossario Istat, Sezione Censimenti).

Servizi di accoglienza notturna
Includono i dormitori di emergenza (strutture per l’accoglienza notturna allestite solitamente in alcuni periodi dell’anno, quasi sempre a causa delle condizioni meteorologiche); i dormitori (strutture gestite con continuità nel corso dell’anno che prevedono solo l’accoglienza degli ospiti durante le ore notturne); le comunità semiresidenziali (strutture dove si alternano attività di ospitalità notturna e attività diurne senza soluzione di continuità.); le comunità residenziali (strutture nelle quali è garantita la possibilità di alloggiare continuativamente presso i locali, anche durante le ore diurne e dove è garantito anche il supporto sociale ed educativo), gli alloggi protetti (strutture nelle quali l’accesso esterno è limitato e dove spesso vi è la presenza di operatori sociali, in maniera continuativa o saltuaria); gli alloggi autogestiti (strutture di accoglienza nelle quali le persone hanno ampia autonomia nella gestione dello spazio abitativo terza accoglienza) (Linee di indirizzo - MLPS 2015).

Social Rental Agency
Social Rental Agency è un’organizzazione no profit che media tra il mercato degli affitti privati e le persone senza dimora o in grave esclusione abitativa inserite nei programmi di assistenza. L’agenzia sociale per l’affitto provvede al reperimento degli alloggi, funge da garante per le PSD inserite, si assicura che non ci siano morosità nel pagamento degli affitti e garantisce che gli operatori impegnati nei programmi monitorino lo stato dell’appartamento (Linee di indirizzo - MLPS 2015).

Staircase approach
Staircase approach (approccio a gradini): prevede una successione di interventi propedeutici l’uno all’altro, dalla prima accoglienza sino al reinserimento sociale una volta nuovamente conseguita la piena autonomia da parte delle persona senza dimora. Caratteristica di questo approccio è la definizione preventiva da parte delle strutture dei requisiti che servono per accedere ad ogni stadio successivo, secondo una logica “educativa” orientata a far conseguire o recuperare alle persone le abilità reputate necessarie per condurre una vita autonoma.

Straniero dimorante abitualmente
Una persona con cittadinanza non italiana o apolide. Si esclude chi possiede una cittadinanza straniera oltre a quella italiana, per il quale prevale quest’ultima. Si definisce dimorante abitualmente il cittadino straniero comunitario che dimora abitualmente nell’alloggio o nella convivenza e il cittadino straniero non comunitario che dimora abitualmente nell’alloggio o nella convivenza e che è in possesso di un regolare titolo a soggiornare in Italia, ovvero di un permesso di soggiorno valido o del nulla osta all’ingresso in Italia per motivi di lavoro o di ricongiungimento familiare o della richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno oppure della richiesta di rilascio del primo permesso (Glossario Istat, Sezione Censimenti).

Struttura residenziale collettiva
Si intende una struttura utilizzata per la dimora di gruppi di persone e/o di una o più famiglie. In questa categoria rientrano gli alberghi, gli ospedali, le case di riposo per anziani, i centri di accoglienza e istituti di varia natura (religiosi, di cura, di assistenza, di istruzione, ecc.) (Glossario Istat, Sezione Censimenti).

T

Trauma
Si intende un’esperienza minacciosa estrema che implica perdita dell’integrità fisica, morte o minaccia di morte; la minaccia può essere rivolta alla persona o a una persona significativa a lei vicina.
L’esperienza di homelessness può portare a vissuti traumatici prima, durante e dopo la perdita della casa per diverse ragioni:

- per gli accadimenti che possono essere avvenuti nelle storie di vita delle psd prima di aver perso la casa;
- per la perdita della casa stessa che può costituire di per sé un'esperienza traumatica;
- per la condizione di impotenza appresa che spesso le psd sperimentano nei servizi dedicati alla grave emarginazione adulta;
- per il rischio di eventi violenti e minacciosi a cui sono esposte continuamente le psd

L’ottica traumatica ci permette di assumere un punto di vista operativo e non medicalizzante sulla condizione di homelessness considerando non solo il livello individuale, ma anche risorse e limiti che intervengono ad altri livelli: quello della relazione d’aiuto; quello della rete relazionale della persona, del contesto territoriale e di regole che definiscono il sistema di accoglienza

Pensare a un sistema di accoglienza che tenga conto del funzionamento traumatico (trauma oriented) ci pone quindi in un'ottica profondamente politica perchè ci permette di ragionare sui nostri servizi in modo da pensarli come luoghi in cui le persone possano riguadagnare potere e controllo sulla propria vita.

Goodman, L. A., Saxe, L., & Harvey, M. (1991). Homelessness as psychological trauma: Broadening perspectives. American Psychologist, 46(11), 1219–1225.

U

Unità di strada (UdS)
Definiamo lavoro di strada svolto da unità di strada (di seguito definita UdS) con persone senza dimora l’attività che si realizza attraverso la presenza costante in zone della città, direttamente nel territorio, dove è possibile contattare la popolazione target dell’intervento, al fine di creare un contatto che possa risultare costruttivo e non repressivo, che possa essere di riferimento di fronte a richieste urgenti che richiedono condizioni di protezione e che propone margini per un eventuale miglioramento della condizione di vita condotta dalla persona (Linee di indirizzo - MLPS 2015) (per una trattazione più estesa si rimanda al Glossario delle citate Linee di indirizzo).

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