Il 14 e 15 settembre si è svolta a Leuven la 17 Conferenza di Ricerca Europea dell’European Observatory on Homelessness che ha coinvolto partecipanti del mondo accademico e dei servizi provenienti da 35 paesi per discutere delle ultime ricerche sul fronte della grave marginalità adulta.

Fio.PSD, insieme a una delegazione di soci e membri del Comitato scientifico, ha partecipato alla Conferenza per presentare una presentazione dal titolo “Giving people a voice: involving beneficiaries in the design of support services” che illustra i risultati di una ricerca svolta nell’ambito del progetto europeo Reticulate. Adottando un approccio partecipativo, con il diretto coinvolgimento degli attori territoriali e delle persone che usufruiscono dei servizi sociali, la ricerca mira a fornire una serie di raccomandazioni per migliorare l’accessibilità di tali servizi.

Il tema della raccolta dati e dalla misurazione della homelessness è stato al centro di numerosi interventi con un dibattito che ruota intorno ai temi della rilevazione della homelessness nascosta in forte crescita in paesi come il Belgio (in cui è allarmante anche il crescente numero di minori senza dimora) e l’Irlanda, e la necessità di integrare fonti e metodi di raccolta diversa, dall’utilizzo di dati amministrativi alle rilevazioni point-in time prestando particolare attenzione alla raccolta di informazioni qualitative che restituiscano le traiettorie di vita e marginalizzazione sociale e la natura dinamica della homelessness.

Altre sessioni sono state dedicate ad esaminare le barriere di accesso ai servizi e alla casa, evidenziando come queste barriere dipendano da un intreccio di fattori politici, strutturali, culturali e individuali che minano la possibilità di categorie di persone in condizione di svantaggio di fruire di benefici, prestazioni e diritti. In Belgio ed in Olanda ad esempio, così come in Italia, la procedura per il rilascio della residenza anagrafica è caratterizzata da rilevanti barriere amministrative e da prassi disomogenea a livello comunale.

Sul tema della homelessness femminile, una ricerca ungherese, ha messo in luce la forte componente di ciclicità intergenerazionale delle traiettorie di vita di donne e dei loro figli, che arrivano a vivere condizioni di grave esclusione abitativa fino a tre generazioni. Dal Belgio arrivano invece evidenze rispetto agli orientamenti del lavoro sociale per favorire la “riaffiliazione” delle donne senza dimora, sottolineando che mentre per la ricostruzione delle relazioni familiari sia preferibile un approccio individualizzato, la sfera dei legami sociali e della partecipazione culturale possa essere meglio supportata tramite un lavoro di comunità.

Infine gli studi sui giovani senza dimora, condotti in Canada e Belgio, rivelano l’efficacia preventiva di modelli di intervento precoci con il coinvolgimento delle reti familiari e delle istituzioni scolastiche. Tali approcci risultano particolarmente rilevanti per supportare giovani in cui la condizione di homeless si intreccia con problematiche di neurodivergenza, di cui uno studio irlandese rivela l’ampia diffusione.

A breve, sul sito dell’Osservatorio Europeo (17th European Research Conference on Homelessness (feantsaresearch.org)) verranno rese disponibili tutte le presentazioni discusse alla Conferenza.