A metà InStrada…

di Arianna Gatta, referente del progetto InStrada

Siamo all’inizio di febbraio e siamo quasi giunti alla fase finale del progetto. Sono stati mesi intensi in cui abbiamo censito le strutture presenti sul territorio del Comune di Roma e svolto un’indagine per comprenderne le caratteristiche principali, constatando le difficoltà scaturite dal Covid-19

Di 58 strutture censite tra mense e centri di accoglienza 45 sono riuscite a restare aperte

Il 75% delle mense ormai da marzo lavora solo d’asporto, sostenendo l’aumento della richiesta di pasti dovuto alla chiusura di mense più piccole, che non sono riuscite a continuare le attività nel rispetto del distanziamento sociale. Ma la difficoltà più grande è quella di continuare a costruire relazioni con gli utenti, che se prima si sedevano per mangiare offrendo l’occasione agli operatori e ai volontari per scambiare due parole, adesso fuggono via con un sacchetto in mano restando nel loro anonimato. Anche il numero di posti disponibili nelle accoglienze notturne è diminuito, spesso a causa della difficoltà per alcune strutture di rispettare le norme anti-covid, e da quando il freddo ha cominciato ad intensificarsi i risultati sono stati drammatici

L’indagine sulle strutture di mensa ed accoglienza notturna è stata una grande occasione per conoscere in prima persona gli operatori ed i volontari che ogni giorno si occupano delle persone senza dimora sul territorio, ascoltarne la voce e comprendere il loro punto di vista riguardo alle tematiche dell’accesso al welfare e alle cure mediche per le persone senza dimora. Nonostante le difficoltà legate al Covid-19 c’è stata grande disponibilità da parte degli operatori a partecipare all’indagine, che hanno supportato il progetto di ricerca in ogni fase offrendo contatti e spunti

La rete di soci fio.PSD si è mostrata aperta e disponibile, ed è stata fondamentale per la prosecuzione dell’iniziativa. In molti hanno sottolineato la necessità di fare ricerca sulle persone senza dimora e di mettere a sistema le informazioni esistenti con raccolte dati innovative. A dicembre è arrivato anche il supporto da parte del Dipartimento delle Politiche Sociali del Comune di Roma, che ci ha permesso di espandere la rete di contatti alle strutture convenzionate che non erano ancora aderenti

Tra gli operatori con cui siamo entrati in contatto ne abbiamo individuati 12 con esperienza diretta e pluriennale nell’ambito delle tematiche dell’accesso al welfare e alle cure mediche per le persone senza dimora. Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare ognuno di loro per circa 1 ora sulla loro esperienza nel supportare le persone senza dimora nell’accesso alla residenza, a misure come il Reddito di Cittadinanza, l’invalidità civile e a diritti quali il medico di base, nonché di ascoltare il loro punto di vista su come si potrebbe migliorare la situazione attuale

A metà gennaio abbiamo poi proseguito intervistando 25 persone senza dimora nei servizi di mensa ed accoglienza notturna con delle interviste semi strutturate per comprendere la loro percezione ed esperienza per quanto riguarda l’accesso alle misure di supporto al reddito e al medico. Le interviste sono state un’occasione per distribuire mascherine chirurgiche e tè caldo, in particolare in prossimità delle mense. Abbiamo distribuito anche un volantino informativo con indirizzi utili su dove recarsi per fare domanda per le prestazioni INPS e risolvere problematiche legate ai documenti, che limitano fortemente la possibilità di accedere ai diritti per le persone senza dimora

Abbiamo potuto constatare che la maggior parte delle persone senza dimora intervistate conosceva il Reddito di Cittadinanza o l’invalidità Civile, ma problemi legati alla residenza o alla perdita dei documenti impedivano di fare domanda. Al contempo, la tematica che spesso è emersa durante le nostre interviste è stata quella del lavoro. Se da una parte il Reddito di Cittadinanza è percepito come un supporto utile, la possibilità di avere un lavoro stabile è stata menzionata più volte come prioritaria.  Quando abbiamo chiesto ad alcuni di loro “perché secondo lei ci sono persone che, anche se avrebbero il diritto di ricevere delle misure di supporto al reddito dallo stato non fanno domanda?” alcuni ci hanno risposto che “hanno perso la speranza”. La quantità di burocrazia necessaria per poter accedere ai propri diritti, specialmente per chi vive in strada, può diventare spesso demotivante trasformandosi in un ostacolo insormontabile. Ed è così che alcuni smettono anche solo di provarci. Il Covid-19 ha reso tutto ancora più difficile visto lo spostamento online di tutte le richieste riguardanti documenti e prestazioni. Per le persone senza dimora è cruciale la presenza di uno sportello ad accesso diretto dove sia possibile presentare le proprie istanze senza dover richiedere un appuntamento online o al telefono. Poter navigare su internet e il possesso di un telefono non sono elementi scontati per chi vive in contesti di forte marginalità

Alla luce di queste prime evidenze stiamo svolgendo in queste settimane il pilot della versione finale del questionario, attraverso il quale potremo comprendere a pieno il grado di accesso a misure quali il Reddito di Cittadinanza e l’Invalidità civile, nonché al medico di base ed ai tamponi Covid-19 della popolazione delle persone senza dimora della Capitale. Dal 1 al 21 marzo saremo in campo con 24 intervistatori su tutto il territorio di Roma

Prevediamo di raggiungere circa 400 persone senza dimora nelle 34 strutture (19 mense e 15 centri di accoglienza) che hanno aderito all’iniziativa

 

Grazie fin da ora tutti gli operatori, i volontari e soprattutto le molte persone senza dimora che hanno condiviso con noi le loro storie e le loro esperienze