Risultati monitoraggio fio.PSD (Luglio 2018)

 

Come Osservatorio fio.PSD, dopo l’abbattimento dei requisiti familiari per il REI e il conseguente allargamento della platea degli aventi diritto in vigore dal 1° luglio 2018, abbiamo avviato un monitoraggio per valutare in che misura le persone senza dimora hanno avuto accesso al Reddito di Inclusione, con quali difficoltà e che tipo di opportunità si sono aperte

Al monitoraggio hanno partecipato 50 enti (1/3 dei soci fio.PSD)

Secondo quanto emerso, complessivamente le persone senza dimora che hanno fatto richiesta di REI nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2018 al 31 agosto 2018 sono state nell’ordine delle centinaia complessivamente, nell’ordine delle decine per ciascun ente

Nello specifico, più della metà dei soci ha segnalato che nel proprio ente fino a 20 persone senza dimora hanno fatto richiesta del reddito di inclusione, mentre il 24% ne ha calcolate oltre 30

Tra coloro che avevano fatto richiesta, non tutti sono riusciti ad ottenere effettivamente il Reddito di Inclusione, nella maggior parte dei casi per coloro che beneficiano del REI è stato anche avviato il progetto personalizzato previsto dalla normativa

Passando a considerare gli ostacoli per l’ottenimento del REI, 8 soci su 10 ritengono che il criterio della residenza continuativa per almeno due anni e quello della residenza nello stesso Comune presso cui si presenta la domanda rappresentino una barriera d’accesso alla misura per le persone senza dimora. Più di 7 soci su 10 ritengono inoltre che le limitazioni relative ai permessi di soggiorno, in particolare a quello per protezione umanitaria (ora abrogato) abbiano rappresentato un ostacolo gravoso per l’ottenimento del REI

Altra difficoltà maggiormente segnalata dai soci è la scarsa informazione che le persone senza dimora riescono ad ottenere riguardo i requisiti della misura e i documenti da presentare e il conseguente bisogno di accompagnamento. L’ISEE è un’altra nota dolente, in particolare per le persone senza dimora che hanno redditi estremamente variabili nell’anno, soprattutto se si pensa a coloro che sono finiti in strada da poco tempo, a fronte anche della difficoltà a produrre un ISEE conforme alla domanda REI visto che non sempre le persone senza dimora hanno un conto postale o bancario aperto

Tra i fattori che invece sono stati giudicati positivamente dai soci, il beneficio economico, seppur di piccola entità, rappresenta senza dubbio un’opportunità per le persone senza dimora. Attraverso la somma mensile ricevuta, si riesce a soddisfare qualche necessità, dal pagare il posto letto in dormitorio al rinnovo dell’abbonamento dei mezzi pubblici alla ricarica telefonica. Tuttavia, l’aspetto che viene segnalato è l’integrazione del beneficio economico con il progetto individualizzato, che in primo luogo permette alla persona senza dimora di agganciare i servizi sociali e poi di avviare un percorso di reinserimento sociale e lavorativo. A questo aspetto fa però da contraltare la brevità della durata del REI, particolarmente inadatta a persone con problematiche multidimensionali, che hanno bisogno di un sostegno a lungo termine in vista del raggiungimento di una effettiva autonomia