Pubblichiamo l’approfondimento sul tema Fundraising del consigliere Luigi Pietroluongo della Casa della Carità di Cassino
Delegato allo Sviluppo Associativo e alle Reti di Sistema

Cari colleghi,

è ormai da qualche tempo che rifletto sulla possibilità di avviare azioni di fundraising per la nostra fio.PSD. La raccolta fondi sembra essere diventata adesso una priorità assoluta per tutti noi, infatti, la diminuzione delle risorse pubbliche statali e l’emorragia di liquidità che ci ha colpito ci costringe con l’acqua alla gola.

Ma è proprio quando si è stretti nell’angolo che si rischiano gli errori madornali. Le azioni di fundraising prima di portare soldi devono, necessariamente, costruire relazioni di sistema nel contesto di riferimento. Occorre definire percorsi strutturali con aziende, fondazioni bancarie e banche locali, club service e cittadini. I fondi sono la conseguenza della rete che si è tenacemente, e non senza fatica, intessuta nella propria comunità.

Una volta individuato il target con cui vogliamo iniziare ad avere relazioni dobbiamo essere consapevoli che si realizza un vero e proprio scambio non di natura materiale ma di beni immateriali. Su questo noi dovremmo essere specialisti, infatti, senza motivazione, formazione permanente, gratificazione e benessere nell’azione di sostegno per gli altri penso che difficilmente resisteremmo alle varie sindromi di burnout.

La fio.PSD ha però della caratteristiche non idonee, almeno nei suoi strumenti classici, per la raccolta fondi. Manca la spinta emotiva sulla buona causa – siamo infatti una federazione di secondo livello – che è il perno centrale su cui si costruiscono le varie azioni. L’utilizzo degli strumenti tradizionali sms, direct mailing, adozione e fidelizzazione, non sono adatti perché troppo costosi rispetto al rischio di rientro economico ragionevolmente prevedibile.
Sono convinto che il vero valore aggiunto della nostra federazione sia la sua rete composta da una eterogeneità di soci diffusi sull’intero territorio nazionale. Occorre pertanto individuare, definire e declinare le azioni che sostanziano e valorizzano il nostro network.

Ripensare e valorizzare quelle che sono le leve che una storia ormai trentennale ci ha consegnato: l’esperienza storica nei servizi e nella loro evoluzione, la supervisione delle equipe educative degli operatori, la formazione degli operatori e formazione dei formatori, le collaborazioni con cattedre universitarie, enti pubblici e privati per la ricerca, campagne di mobilitazione sui diritti esigibili o ancora da esigere, conoscenza della commissione europea e dei suoi uffici, relazioni con il Ministero di competenza ed i suoi funzionari, attuazioni di politiche di welfare in tutti i livelli istituzionali e partecipazione ai tanti tavoli di lavoro tecnici. Le prossime sfide che ci prepariamo ad affrontare sono: la stesura delle “Linee Guida sulla Grave Marginalità” come Segreteria Tecnica del Ministero delle Politiche Sociali con l’animazione nei vari territori, la progettazione di sistema sui nuovi bandi della Fondazione con il Sud, la formazione e la progettazione europea. E’ importante quindi “modellizzare” le pratiche incisive e già sperimentate su tutto il territorio nazionale per stimolare, affiancare e accompagnare la crescita, quanto più possibile, omogenea di tutti i soci.

Da questo stare “insieme” nascono le relazioni dentro le quali attingere le risorse economiche e solidità alla nostra sensibilità di operatori sociali, e prima di ogni cosa, di essere uomini di Speranza.