Coronavirus, a Torino dormitori dei senzatetto diventati focolai: “Anche operatori contagiati. Misure oggi? Tardive, situazione già esplosa”

di Simone Bauducco | 6 APRILE 2020

 

“Ci siamo dovuti prendere il Virus per far capire che c’era un problema nel dormitorio”. Ahmed (nome di fantasia) è uno dei mille senza fissa dimora che vivono a Torino. Parla dal letto di un ospedale torinese dove ha appena ricevuto l’esito del tampone: positivo al Covid-19. È stato portato qui tre giorni fa dal dormitorio dove alloggiava. Una struttura che oggi è diventato un focolaio. Sette casi accertati tra utenti e operatori, gli altri sono in quarantena. “Ce lo aspettavamo” spiega Ahmed ripensando a quello che aveva raccontato alle telecamere di “Sono le Venti” l’undici marzo: “Dormiamo in sei in stanza, e siamo uno vicino all’altro, molto meno del metro di distanza, ci respiriamo in faccia e di giorno non sappiamo dove andare rischiando di contagiare la gente”.

Un Padiglione di Torino Esposizioni e per i casi più critici l’ex Ospedale Maria Adelaide chiuso dal 2016. Misure ritenute “tardive” dalla presidente nazionale della Federazione Italiana Organismi per Persone Senza Dimora, Cristina Avonto: “Bisognava avere un piano programmato di interventi. La situazione è già incontrollabile oggi, non c’è tempo per aspettare che queste misure vengano messe in pratica”.