Piani Freddo: la sfida per il superamento di un approccio emergenziale

Aumentano i servizi ma manca un contesto di innovazione e in una visione di lungo-periodo

Ogni anno, nel periodo invernale, in molti Comuni italiani viene decretata l’emergenza freddo con la conseguente adozione di azioni e interventi sui territori in favore delle persone senza dimora. Lo strumento con il quale viene programmata e rafforzata l’organizzazione dei servizi è il Piano Freddo che si riferisce a questo particolare periodo dell’anno in cui migliaia di persone, per le strade, rischiano la vita e si trovano senza un riparo adeguato in condizione di estrema vulnerabilità. Tuttavia, nonostante l’inverno aumenti l’esposizione ai rischi e ai pericoli della vita in strada a causa delle rigide temperature, si tratta di una condizione che le persone senza dimora vivono sempre, durante tutto il corso dell’anno

I dati sulle morti delle persone senza dimora monitorati regolarmente da fio.PSD dimostrano infatti che i rischi di vivere in strada sono molteplici e presenti ogni mese, confermando la necessità e l’urgenza di superare la logica emergenziale, al fine di sviluppare e programmare strategie organiche e strutturate in maniera continuativa e su tutto il territorio nazionale

Parlare di emergenza, inoltre, rischia di presentare il fenomeno come un problema derivante da fatalità e da una catena casuale di eventi che, ancora troppo spesso, viene affrontato come una circostanza imprevista e inaspettata. Ma l’inverno arriva ogni anno e le persone senza dimora hanno bisogno di intraprendere dei reali percorsi di accompagnamento e di inclusione sociale fatti di prossimità, legami, durevolezza e capacità educative, in un’ottica strutturale

Per capire meglio in che modo i territori hanno pianificato la gestione dell’accoglienza nei mesi invernali, abbiamo chiesto ai nostri soci di raccontarci l’organizzazione dei Piani freddo nei propri Comuni. Le loro risposte, pur non essendo esaustiva della programmazione dei Piani freddo sul territorio nazionale, offrono rilevanti informazioni rispetto alla direzione assunta dai territori per affrontare una circostanza particolarmente critica

Dalla rilevazione emergono gli sforzi compiuti dalle amministrazioni locali per potenziare e integrare l’offerta e la capillarità dei servizi nel periodo invernale. In particolare le misure straordinarie più diffuse sono: 

  • Il potenziamento dei servizi prestati dalle unità di strada, avvalendosi di un maggior numero di operatori e volontari, estendendo l’orario di apertura del servizio anche alle ore diurne e talvolta integrando l’equipe con personale medico-sanitario. 
  • L’ampliamento del numero di posti per letto per l’accoglienza notturna, in quasi tutti i Comuni, mediante la messa a disposizione di strutture aggiuntive: tendoni, alberghi, moduli abitativi, appartamenti. L’incremento dei posti va dalle 10/20 unità nei Comuni più piccoli (ad es. Savona, Ravenna, Cosenza) alle 240 unità nei Comuni più grandi (ad es. Bologna). Generalmente l’accesso prevede criteri di turnazioni, talvolta dando priorità a categorie più a rischio quali anziani, donne e persone con conclamati problemi di salute. 
  • L’apertura di servizi H24, come nel caso del Comune di Trieste o il prolungamento degli orari di apertura di alcuni servizi anche nelle ore diurne.
  • In alcuni casi, l’offerta dei servizi assume anche una valenza di rafforzamento della componente educativa. Ad esempio nel Comune di Bologna viene promosso il “Piano freddo di comunità” che prevede il coinvolgimento di una rete di associazioni per proporre attività non tradizionali con l’obiettivo di ampliare l’offerta proposta e lavorare sulla socialità

Sono invece rari casi in cui la pianificazione delle misure emergenziali si inserisce in un contesto di innovazione e in una visione di lungo-periodo, volta a strutturare la risposta ai bisogni delle persone senza dimora in maniera più sistematica e integrata. E’ il caso del Comune di Torino dove il Piano invernale è inserito nel più ampio intervento di sistema denominato Piano integrato di sostegno alle persone senza dimora contenuto nel protocollo promosso da Prefettura, Regione Piemonte, Città di Torino, Azienda Sanitaria Città di Torino, Città Metropolitana, Arcidiocesi di Torino e la fio.PSD. Significativo anche il caso di Brescia dove dall’autunno 2020 attraverso la Cabina di regia grave emarginazione, si è proceduto verso la sistematizzazione delle accoglienze di bassa soglia invernali in previsione dell’avvio del Piano freddo e sulla comunicazione dei sistemi informatici per consentire che le piattaforme di raccolta dati potessero comunicare tra loro ottimizzando così lo scambio di informazioni. Il sistema di accoglienza è stato fortemente innovato dando avvio ad un nuovo sistema di accoglienza in bassa soglia definito “accoglienza 365”, garantendo accoglienza su tutto l’arco dell’anno senza soluzione di continuità

In conclusione, i Piani freddo offrono sicuramente maggiori e rilevanti opportunità di accoglienza notturna, tuttavia per fio.PSD, questi strumenti rappresentano un’azione e una misura straordinaria che non può considerarsi sufficiente e che è fondamentale inserire all’interno di una visione strategica più ampia di medio-lungo periodo, dando luogo ad una dinamica più responsabilizzante rispetto alla presa in carico delle persone da parte delle amministrazioni locali