Da una Solidarietà assistenziale ed emergenziale a una Solidarietà strutturale e permanente.
Con l’attuale pandemia certamente il Signore ha voluto farci riscoprire il valore della SOLIDARIETÀ e invitarci a concretizzarla meglio, non solo con forme assistenziali, ma con un impegno politico tenendo presente che, come disse già il papa Pio XI e poi S. Paolo VI, “La politica è la forma più alta di carità”.
Nel caso di emergenza occasionale, ossia quella dovuta ad eventi particolari, limitati nel tempo, come in occasione di terremoti e alluvioni, occorrono, e tante volte sono sufficienti, interventi assistenziali immediati e temporanei anche da parte di persone ed enti privati e di volontariato.
Nel caso di emergenza cronica, ossia quella che si protrae per tempi lunghi come avviene per la pandemia Covid-19, o per la disoccupazione, o per la povertà, gli interventi assistenziali non sono sufficienti, anche se necessari, ma occorrono interventi legislativi e strutturali che risalgano alle cause del problema e dispongano iniziative e norme idonee a risolverlo. In questi casi l’assistenzialismo, utile e anche necessario in un primo momento, non solo non risolve il problema, ma finisce col prolungarlo nel tempo, rimandarlo, cronicizzarlo…. La Solidarietà che si concretizza con l’assistenzialismo va bene per un periodo di tempo limitato, in attesa di misure strutturali che affrontino direttamente il problema, risalendo alle sue cause, e lo risolvano: l’assistenzialismo non può e non deve protrarsi all’infinito…. altrimenti a un certo punto ciò che era riconosciuto e affrontato come emergenza diventa uno status che non viene più riconosciuto come emergenza, ma come normalità, come avviene per esempio per i senza fissa dimora e certe povertà….
La vera Solidarietà si pone l’obiettivo di far sì che tutte le persone, anche e soprattutto quelle più sofferenti, abbiano per diritto quello che dall’assistenzialismo viene offerto come sussidio o come elemosina e non avvenga che si “offra come dono di carità ciò che è già dovuto a titolo di giustizia” (Conc. Ecum. Vat. II. Decreto “Apostolicam actuositatem” n. 8)
…. Avere un lavoro e una casa non deve essere una prerogativa di pochi, ma un diritto di tutti….
Per ottenere dallo Stato lo studio e la soluzione di certi problemi occorre che ci sia da parte dei Cattolici, di tutti i Cattolici, e delle Associazioni Caritative in particolare, un impegno serio per farsi carico di certe problematiche, di stare veramente con i poveri, di farsi voce di chi non ha voce, e quindi per loro e con loro promuovere quelle iniziative (cortei, sit-in, manifestazioni, tavole rotonde ecc.) che altre categorie riescono a fare col sostegno dei sindacati…. ma siccome i poveri e i senza fissa dimora non hanno un sindacato che li protegga, la funzione del sindacato dovrebbe essere assunta dalla Comunità Cristiana tramite le Associazioni Caritative, Caritas in testa.
Il Signore vuole dirci che occorre riscoprire e rilanciare la Solidarietà e, con la fantasia della Carità, inventare nuove forme e tentare nuove vie per concretizzarla non solo nel momento dell’emergenza, ma in forma strutturale e permanente con iniziative tipo Reddito di Cittadinanza ecc.: occorre arrivare ad una SOLIDARIETÀ PERMANENTE E LUNGIMIRANTE che non si limita ad interventi assistenziali, anche se necessari, in un primo momento, ma, esercitando un impegno politico sprona le Istituzioni (Governo e Parlamento) a risalire alle cause del problema e a cercare soluzioni legislative e strutturali: tutti, anche i senza lavoro, hanno diritto ad avere una casa, un reddito fisso e sicuro….
Non scoraggiamoci di fronte al fatto che daremo fastidio a qualcuno…. non lasciamoci frenare dal “si è sempre fatto così” e impegniamoci, guidati dallo Spirito a dire “bisogna fare così”…. e fare così …. così come Lui vuole….
Sac. Giuseppe Tortora
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– Nell’enciclica “Fratelli tutti” a proposito di Solidarietà, ai numeri 115-118, troviamo parole come queste:
“farsi carico degli altri.”
“cerca la promozione del fratello”
“Solidarietà è una parola [….] che esprime molto più che alcuni atti di generosità sporadici.”
“lottare contro le cause strutturali della povertà”
“garantire che ogni persona viva con dignità”
CARITÀ E SOLIDARIETÀ
Da una Solidarietà assistenziale ed emergenziale a una Solidarietà strutturale e permanente.
Con l’attuale pandemia certamente il Signore ha voluto farci riscoprire il valore della SOLIDARIETÀ e invitarci a concretizzarla meglio, non solo con forme assistenziali, ma con un impegno politico tenendo presente che, come disse già il papa Pio XI e poi S. Paolo VI, “La politica è la forma più alta di carità”.
Nel caso di emergenza occasionale, ossia quella dovuta ad eventi particolari, limitati nel tempo, come in occasione di terremoti e alluvioni, occorrono, e tante volte sono sufficienti, interventi assistenziali immediati e temporanei anche da parte di persone ed enti privati e di volontariato.
Nel caso di emergenza cronica, ossia quella che si protrae per tempi lunghi come avviene per la pandemia Covid-19, o per la disoccupazione, o per la povertà, gli interventi assistenziali non sono sufficienti, anche se necessari, ma occorrono interventi legislativi e strutturali che risalgano alle cause del problema e dispongano iniziative e norme idonee a risolverlo. In questi casi l’assistenzialismo, utile e anche necessario in un primo momento, non solo non risolve il problema, ma finisce col prolungarlo nel tempo, rimandarlo, cronicizzarlo…. La Solidarietà che si concretizza con l’assistenzialismo va bene per un periodo di tempo limitato, in attesa di misure strutturali che affrontino direttamente il problema, risalendo alle sue cause, e lo risolvano: l’assistenzialismo non può e non deve protrarsi all’infinito…. altrimenti a un certo punto ciò che era riconosciuto e affrontato come emergenza diventa uno status che non viene più riconosciuto come emergenza, ma come normalità, come avviene per esempio per i senza fissa dimora e certe povertà….
La vera Solidarietà si pone l’obiettivo di far sì che tutte le persone, anche e soprattutto quelle più sofferenti, abbiano per diritto quello che dall’assistenzialismo viene offerto come sussidio o come elemosina e non avvenga che si “offra come dono di carità ciò che è già dovuto a titolo di giustizia” (Conc. Ecum. Vat. II. Decreto “Apostolicam actuositatem” n. 8)
…. Avere un lavoro e una casa non deve essere una prerogativa di pochi, ma un diritto di tutti….
Per ottenere dallo Stato lo studio e la soluzione di certi problemi occorre che ci sia da parte dei Cattolici, di tutti i Cattolici, e delle Associazioni Caritative in particolare, un impegno serio per farsi carico di certe problematiche, di stare veramente con i poveri, di farsi voce di chi non ha voce, e quindi per loro e con loro promuovere quelle iniziative (cortei, sit-in, manifestazioni, tavole rotonde ecc.) che altre categorie riescono a fare col sostegno dei sindacati…. ma siccome i poveri e i senza fissa dimora non hanno un sindacato che li protegga, la funzione del sindacato dovrebbe essere assunta dalla Comunità Cristiana tramite le Associazioni Caritative, Caritas in testa.
Il Signore vuole dirci che occorre riscoprire e rilanciare la Solidarietà e, con la fantasia della Carità, inventare nuove forme e tentare nuove vie per concretizzarla non solo nel momento dell’emergenza, ma in forma strutturale e permanente con iniziative tipo Reddito di Cittadinanza ecc.: occorre arrivare ad una SOLIDARIETÀ PERMANENTE E LUNGIMIRANTE che non si limita ad interventi assistenziali, anche se necessari, in un primo momento, ma, esercitando un impegno politico sprona le Istituzioni (Governo e Parlamento) a risalire alle cause del problema e a cercare soluzioni legislative e strutturali: tutti, anche i senza lavoro, hanno diritto ad avere una casa, un reddito fisso e sicuro….
Non scoraggiamoci di fronte al fatto che daremo fastidio a qualcuno…. non lasciamoci frenare dal “si è sempre fatto così” e impegniamoci, guidati dallo Spirito a dire “bisogna fare così”…. e fare così …. così come Lui vuole….
Sac. Giuseppe Tortora
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– Nell’enciclica “Fratelli tutti” a proposito di Solidarietà, ai numeri 115-118, troviamo parole come queste:
“farsi carico degli altri.”
“cerca la promozione del fratello”
“Solidarietà è una parola [….] che esprime molto più che alcuni atti di generosità sporadici.”
“lottare contro le cause strutturali della povertà”
“garantire che ogni persona viva con dignità”