A comprehensive approach to mental health

COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS

Commento a cura della Segreteria fio.PSD

Il 7 giugno 2023, la Commissione europea ha inviato una Comunicazione al Parlamento europeo, al Consiglio Europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni sulla necessità di adottare “un approccio globale alla salute mentale”. L’iniziativa segna una svolta strategica nel modo in cui la salute mentale viene affrontata nell’UE, in quanto la salute mentale viene messa sullo stesso piano di quella fisica secondo un approccio intersettoriale che va oltre la politica sanitaria.

La Comunicazione su un approccio globale alla salute mentale si focalizza sia sulle politiche di prevenzione che sulle misure per alleviare la condizione di vulnerabilità sofferta dalle persone con problemi di salute mentale. Tre sono i principi guida che dovrebbero valere per ogni cittadino dell’UE:

  • avere accesso a una prevenzione adeguata ed efficace,
  • avere accesso a cure e trattamenti mentali di alta qualità e a prezzi accessibili,
  • avere la possibilità di reintegrarsi nella società dopo la guarigione.

Prima della pandemia COVID-19, i problemi di salute mentale colpivano circa 84 milioni di persone nell’UE (una persona su sei). Durante la pandemia, il numero di persone nell’UE colpite dai problemi di salute mentale è raddoppiato rispetto agli anni precedenti.

Alla luce di questo scenario, la Commissione Europea sollecita l’adozione di misure concrete per prevenire e affrontare le problematiche legate alla salute mentale ponendo una specifica attenzione sulla necessità di attuare politiche rivolte ai gruppi più vulnerabili, fra cui vengono esplicitamente riconosciuti i bisogni delle persone senza dimora (punto d delle Comunicazione).

La Comunicazione rappresenta un indubbio posizionamento strategico rispetto alla postura politica con cui affrontare le problematiche legate alla salute mentale. La direzione tracciata indica la necessità di tendere verso una maggiore integrazione delle politiche, intervenire in maniera precoce sui fattori di rischio, porre una particolare attenzione alla promozione della salute mentale dei bambini e dei giovani, contrastare lo stigma e le discriminazioni troppo spesso subite alle persone che soffrono di problemi di salute mentale.

Alla luce di questi importanti sviluppi fio.PSD intende rimarcare che vivere la condizione di homelessness ha un forte impatto sul benessere mentale delle persone e sullo stato di salute in generale. Per tale ragione, condividiamo la posizione di FEANTSA, e riteniamo che nell’ambito delle iniziative europee e nazionali che discenderanno dalla Comunicazione sia importante:

  • riconoscere pienamente l’accesso alla casa, come fattore determinante per la salute, e promuovere interventi strutturali, olistici e trasversali per sostenere la condizione di coloro che vivono una condizione di grave marginalità.
  • migliorare le misure di assistenza nell’ambito della salute mentale come forma di prevenzione della homelessness, ad esempio con un accompagnamento nelle dimissioni dalle strutture di cura per la salute mentale.
  • promuovere e sostenere l’adozione di interventi di Housing first come misura propedeutica al miglioramento delle condizioni di salute delle persone accolte. Infatti studi internazionali hanno dimostrato i benefici di tali progettualità sulla salute mentale, consentendo alle persone di concentrarsi sul proprio percorso di recupero. È quindi necessario assicurare il coordinamento tra le politiche per la casa, le politiche sociali e quella per la salute mentale.
  • Sviluppare servizi di prossimità nell’ambito della salute mentale. Le persone senza dimora vivono situazione di grave emarginazione sociale e sono vittime di stigma sociale, per tale ragione spesso ricorrono all’assistenza sanitaria solo in casi di emergenza e la loro assistenza sanitaria risulta frammentata e non coordinata. È quindi importante che i servizi di supporto alla salute mentale, così come i servizi sanitari in generale, vadano verso le persone recandosi direttamente nei luoghi da esse frequentati.
  • Sostenere i servizi sanitari affinché diventino più inclusivi e possano sviluppare le conoscenze per combattere la discriminazione e stigmatizzazione delle persone senza dimora, ad esempio attraverso formazioni specifiche e progetti di inclusione sanitaria.
  • Affrontare le sfide e le barriere specifiche affrontate delle persone senza dimora nell’accesso ai servizi sanitari. La loro salute mentale è infatti fortemente influenzata dall’intersezione tra la condizione di homelessness e altri fattori quali: razzismo, discriminazione legata al genere, all’etnia, all’età, all’orientamento sessuale, o alle restrizioni determinate dallo status di migrante.

Inoltre, è importante sottolineare che parallelamente allo sviluppo delle misure proposte nell’ambito della Comunicazione su un approccio globale alla salute mentale, la Commissione Europa e gli Stati nazionali dovrebbero includere azioni rivolte alla grave marginalità in tutte le iniziative strategiche che possono avere rilevanza per questa popolazione. Azioni trasversali riguardanti le persone senza dimora possono essere attuate, ad esempio, nell’ambito di iniziative volte al capacity building delle amministrazioni, alla promozione della salute mentale compresa quella dei bambini e dei giovani, all’orientamento nel sistema dei servizi sanitari, al miglioramento dell’accesso alle cure.

Nel caso Italiano, il tema dell’accesso ai servizi sanitari è strettamente legato alla possibilità di vedersi riconosciuto il diritto alla residenza anagrafica. In molti Comuni infatti tale riconoscimento incontra ancora numerosi ostacoli di tipo amministrativo, e in alcuni casi di tipo culturale, che impediscono alle persone senza dimora un pieno accesso al sistema sanitario. 

Infine, alla luce delle nuove programmazioni territoriali, particolare attenzione dovrà essere posta nel garantire l’accesso da parte delle persone senza dimora ai nuovi presidi deputati alla cura e alla prevenzione del benessere fisico e mentale, quali le Case della Comunità, in cui sarebbe opportuno prevedere la presenza di personale altamente formato rispetto alla presa in carico di persone in condizione di grave vulnerabilità. è inoltre auspicabile che tali presidi favoriscano la maggiore integrazione possibile con i Centri Servizi (PNRR), che si configurano come luoghi di prossimità e punti unici di accesso alla rete dei servizi territoriali, in un’ottica di innovazione sociale per la sperimentazione di pratiche strutturate di presa in carico congiunta da parte di equipe multidisciplinari.