Diritto alla Residenza e Diritto al Voto

L’appello della fio.PSD e di Avvocato di Strada ai sindaci italiani

#dirittoalvoto

Il prossimo 5 giugno si svolgeranno le elezioni amministrative per il rinnovo delle cariche di 1.368 comuni in tutta Italia. Da questo importante momento per la vita del Paese rischiano di essere escluse le oltre 50 mila persone che vivono in strada secondo l’ultima rilevazione fatta da Istat in collaborazione con fio.PSD.

Uno dei problemi più sentiti da queste persone è senza dubbio quello della mancanza della residenza anagrafica, senza la quale si perdono gran parte dei diritti civili e tra questi c’è il diritto di voto attivo e passivo garantito dalla Costituzione italiana all’art. 48 che recita il diritto di voto “non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge”.

Dare la residenza a chi non ha una dimora fissa potrebbe sembrare una questione di difficile soluzione, ma così non è. La legge anagrafica n. 1228 del 24 dicembre 1954 consente a chi vive in strada di prendere la residenza in vari modi: presso la via fittizia dei comuni che l’hanno deliberata, indicando come domicilio la sede di un’associazione o di un’altra struttura dove si è conosciuti, o, come ultima ratio, chiedendola nel proprio paese di nascita.

Con la residenza non si ottiene solo il diritto di voto, ma si consente alle persone di potersi curare, di potersi iscrivere al centro per l’impiego, di poter essere seguiti dai servizi sociali e di poter intraprendere davvero un percorso di recupero che altrimenti diventa impossibile.

Non è ammissibile impedire ad una persona di votare solo perché è povera, ma questo è quello che avviene nella realtà.

A pochi giorni dal voto facciamo dunque un APPELLO A TUTTI I SINDACI dei comuni italiani che andranno al voto perché si facciano garanti del diritto alla residenza delle persone che vivono in strada nel loro territorio, consentendo loro di votare e rispettando un loro diritto costituzionale.


Trovate qui la sentenza e un breve commento ad uno di questi casi.

In caso di rifiuti o resistenze a concedere la residenza da parte degli uffici competenti, quello del periodo elettorale è un periodo buono per fare ricorso. Vista l’urgenza (garantire il diritto di voto), infatti, si può intentare un ricorso d’urgenza (il “700”). I Tribunali, in moltissimi casi, hanno ordinato ai sindaci di riconoscere l’iscrizione nei registri anagrafici per garantire il diritto di voto ai ricorrenti.

Il ricorso va fatto attraverso un avvocato e occorre versare in tasse un contributo unificato di circa 500 euro. Gli avvocati di “Avvocato di strada” sono disponibili in tutte le loro 41 sedi a seguire i ricorsi e, dove non sono presenti, possono intervenire attraverso la le loro reti di domiciliatari. Per il costo del contributo unificato si può di volta in volta capire se è possibile fare richiesta di gratuito patrocinio.

Per maggiori informazioni e dettagli scrivi a info@avvocatodistrada.it comunicazione@fiopsd.org

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