Report del 7 giugno 2018

Dopo aver fatto il punto sul percorso fatto finora (primo incontro all’assemblea di Roma a maggio 2017 e secondo a Milano a settembre 2017) si propone al gruppo, che nel frattempo si è ampliato, di dedicare uno spazio di approfondimento sia al tema del lavoro di comunità sia a quello della partecipazione, immaginando un paio di workshops aperti. Da un lato sarebbe un’occasione di approfondimento teorico (utile anche per arrivare, in prospettiva, a definire un contributo sul tema per le Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia), ma anche di confronto e scambio di prassi e di esperienze già avviate, ipotizzando di invitare anche realtà che già si sperimentano (in parte abbiamo iniziato a farlo già nel secondo incontro di Milano, invitando le due realtà bolognesi)

Di seguito alcuni punti salienti della discussione

Marco Aliotta (referente per fio.PSD del Thematic Cluster “Partecipation” promosso da Feantsa) propone un confronto con una realtà scozzese che opera secondo il metodo della peer education (Glasgow Homeless Network). Lavorano anche sulla “co-creation”. C’è un contesto legislativo differente che favorisce questo tipo di lavoro ma, al netto delle differenze, potrebbe essere comunque un modello da approfondire

Bisogna rompere il ruolo sociale di “sfortunato” che diamo alle persone senza dimora e farle uscire da questo ruolo… mettere al centro la persona è proprio questo!

Giuseppe Dardes inviata a sviluppare progetti e riflessioni sul “lavoro di comunità” che sta diventando fondamentale e centrale in tutti gli ambiti di lavoro con le persone senza dimora, anche rispetto alle indicazioni che arrivano dall’UE

Si tratta di approfondire il tema considerando le dinamiche antropologiche che caratterizzano il funzionamento delle comunità: che spazi ha la fragilità, la ferita in una comunità?

Fondamentale il lavoro di cerniera tra le istanze politiche e quelle delle organizzazioni per cui lavoriamo, da un lato, e tra quelle delle organizzazioni e noi stessi (istanze personali)

Antonello Salvatore racconta di una esperienza in cui si sono realizzati dei reading poetici, dei laboratori di scrittura con persone in difficoltà. Qualcuno ha ottenuto addirittura la casa e il lavorodopo essersi fatti conoscere attraverso il reading, in un’esperienza fatta in un paesino dell’entroterra (Moscufo)

Suggerisce la visione del film “Il supermercato “ su Youtube

Si punta l’attenzione sul fatto che sono necessari dei cambi di dinamiche anche all’interno dei nostri servizi

Un’altra esperienza interessante che hanno fatto è stata “Break the wall”, apertura del centro alla comunità con laboratorio di scrittura aperto alla cittadinanza

Carlo Salmaso propone al gruppo una riflessione: più che concentrare l’attenzione sulla relazione tra operatore e persona svantaggiata, quali sono i processi che favoriscono, nella comunità, l’uscita dal ruolo di “senza dimora”, senza far venir meno al contempo la necessità di riconoscimento, in un’ottica di bisogno?

Ad esempio, l’Happy center di Bologna (centro diurno) non è una struttura che nasce con l’idea di un servizio per senza dimora aperto alla cittadinanza (come se le persone senza dimora non fossero cittadini!!), ma un servizio per persone con dimora, aperto anche a persone senza dimora

Varrebbe forse la pena di fare una riflessione anche sulla definizione del nostro Gruppo di Lavoro Nazionale

Simone Schiavinato racconta che a Treviso, terminato il Piano Freddo, la cittadinanza nel periodo estivo ha deciso di finanziare la continuità dell’apertura dell’accoglienza. I volontari sono diventati “committenti”

Si è reso evidente un bisogno di cittadinanza e non solo di risposte a bisogni. Questo ha positivamente inciso anche sulla visione dei volontari stessi che si sono ingaggiati come comunità attiva

 

Come si inserisce il tema del lavoro di comunità nei progetti Housing First?

Andrea Barachino insiste sull’importanza di una nuova professionalità che deve essere sviluppata e che consiste proprio nell’attivare le comunità.

Al termine della discussione, consapevoli dell’importanza di narrare le pratiche (che non significa solo mappare le buone prassi) si decide di fissare le date dei due prossimi incontri, strutturati sotto forma di workshop con visite ai servizi e ai progetti:

– 8/9 novembre 2018, Bologna;

– 28 febbraio/ 1 marzo 2019, Pescara