L’incontro si è svolto nel corso della Assemblea Soci fio.PSD

Priorità:

  1. Il sistema di accoglienza deve favorire il transito e non la sosta.
    Pur nella consapevolezza che vi siano situazioni con livelli di autonomia ridotti che necessitano di servizi che non prevedano una permanenza definita, e che comunque i tempi di permanenza presso i servizi sono tendenzialmente medio/lunghi, riteniamo che la saturazione dei servizi sia dovuta principalmente alla mancanza di opportunità reali e/o ad un’incapacità di lettura delle situazioni.
  2. Promuovere all’interno dei servizi l’autodeterminazione e lo sviluppo delle capacità e delle autonomie delle PSD attraverso la partecipazione ed il protagonismo delle stesse.
    Dobbiamo essere consapevoli che si tratta di un cambio di paradigma per tutti gli attori che fanno parte dell’attuale sistema di accoglienza (beneficiari, operatori sociali e organizzazioni).
  3. Favorire il passaggio da enti gestori di servizi ad attivatori di territori, da case-manager a operatori di comunità.
  4. Evitare l’auto-referenzialità dei servizi
    attraverso la condivisione delle esperienze e delle competenze nonché la costituzione e la partecipazione a dispositivi e metodologie includenti, che integrino soggetti e interventi sia a livello di politiche sociali (co-progettazione, tavoli di coordinamento e/o di regia, ecc) che di gestione dei servizi (équipe integrate, condivisione obiettivi personalizzati, riunioni, ecc.) che favoriscano la partecipazione ed il protagonismo di tutti i soggetti interessati.
  5. All’interno delle reti di servizi e dei servizi stessi devono essere previste delle “azioni culturali” che abbiano come target la comunità, il territorio di appartenenza.
    C’è integrazione se c’è un contesto in grado di accogliere. La cura ed il coinvolgimento della comunità, e la valorizzazione delle sue risorse, sono a garanzia della buona riuscita dei progetti. I territori devono essere degli interlocutori per i servizi. Oltre che dei singoli è necessario prendersi cura anche dei contesti.
  6. Cogliere i bisogni emergenti e diversificare gli interventiin relazione al target che si vuole intercettare. Strutture piccole generalmente consentono di ottenere esiti migliori.

Prossimo incontro: luglio 2018